Dalla Germania alla Cina, IN BICI

Ciclista 3

Dalla Germania alla Cina, IN BICI


Sta nevicando a Bassano e arriva una e-mail:
“Avete una stanza libera per domani? Sono un ciclista, ho appena valicato le Alpi e adesso andrò verso sud perchè si sta gelando qui.”
Il giorno dopo è arrivato Stefan Hannus. Dopo esser rimasto bloccato per una settimana, aspettando la fine della tempesta di neve in Germania, il 16 gennaio ha approfittato di una breve frazione di bel tempo, riuscendo finalmente a lasciare Monaco di Baviera. Destinazione del suo viaggio: Pechino, China.

Quando ci siamo incontrati era partito da una settimana. La frazione di bel tempo alla fine era durata un sol giorno, l’unico durante tutta la tormenta. Nonostante sopra il centro di Monaco ci fosse il cielo blu quando era partito, una volta arrivato in Austria ha trovato le strade chiuse.

– Avevo sottovalutato la difficoltà di muovermi con la neve, e anche il peso del mio bagaglio. Ed ho sopravvalutato il mio livello di forma fisica. Alla fine tutto si è rivelato peggiore di quanto mi aspettassi” dice con un sorriso.

La strade erano chiuse per rischio valanghe.

– Ma era una cosa positiva perché così non c’era traffico, anche se era dura ad Innsbruck, quando fuori c’erano 10 gradi sottozero.

Per quello ha scelto di cambiare itinerario e andare verso sud, e così si è fermato da noi in Ostello. All’inizio aveva programmato di fare ogni singolo chilometro in bicicletta, ma adesso è più flessibile e non si preoccupa se qualche tratto deve farlo in treno o nave. L’importante però è di emettere la minor quantità possibile di anidride carbonica.

In Germania Stefan stava lavorando alla ricerca sul cancro. Dopo anni di pressione e stress l’euforia per il suo lavoro stava diminuendo, e sentiva perciò il bisogno di nuovi stimoli.

– La prima volta che ho risentito dell’euforia è stato quando mi è venuta in mente l’idea di andare in Cina in bici.

Nonostante fosse dura l’idea di lasciare famiglia e amici, ormai aveva già deciso, perciò era troppo tardi per cambiare idea.

Stefan si è preparato per un anno, programmando l’itinerario e leggendo di altre persone che hanno fatto viaggi simili.

– Leggendo ho fatto tanta ricerca. Un sacco di gente sta inviando di tutto a casa mia, ed è così che mi sento adesso.

Stefan ride quando ammette che ha portato il suo parapendio. È parte dei 40 chili di bagaglio che trasporta con se. Stava pensando di portare anche un trailer, ma, considerando che sarebbe stato più un impedimento che un aiuto, alla fine ha deciso di caricare tutto sulla bici.

– È un po’ dura in salita, quando vado a qualcosa come 3 all’ora è un pò instabile. E nelle discese non posso andare veloce perchè i freni si surriscaldano subito. La neve si scioglie sulle ruote facendo lo stesso suono come se fosse stata messa sul fuoco.

Perchè la Cina?

– È abbastanza facile andarci. Non ci si allontana mai per davvero dalla civiltà, tranne che in Turkmenistan e Uzbekistan, ma è solo per un mese. È un buon viaggio a lunga distanza per chi comincia.

Stefan ha anche vissuto in Cina quando aveva 15-16 anni, suo padre lavorava lì. E parla anche un pò di cinese.

– Non è come tornare a casa, ma non è stata una casualità se ho scelto Pechino.

Non è più tornato dopo il massacro del 1989 a Piazza Tienanmen, quella che sarà l’ultima fermata del suo viaggio.

Quando ci vediamo il giorno dopo Stefan sta partendo per Venezia. Il cielo è blu, ma c’è vento e fa davvero freddo. È seduto sul divano ed emette un ghigno come di stanchezza quando sente le previsioni meteo. Ma non è una novità per lui. Saranno 10 mesi pieni di sorprese ma è preparato a questo. E noi gli facciamo tantissimi auguri di un buon viaggio.

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